(Italiano) BELLESSERE
Il brutto, il bello… due facce della stessa medaglia, due valori complementari, a volte così indispensabili l’uno all’altro dall’essere indistinguibili: sicuramente lo spunto per una riflessione stimolante.
A trattare questo tema sono stato spinto inizialmente dal disappunto nel constatare l’utilizzo (o se volete l’abuso) che del termine “bellezza” oggi comunemente si fa. Impegnandomi nella ricerca di testi e fonti cui attingere, mi sono poi imbattuto in un mondo straordinario, fatto di grandissimi filosofi, scrittori, poeti, pittori, artisti, semiologi di ogni epoca, i quali, con grande acutezza, hanno tracciato un percorso sulla Bellezza di enorme portata.
Se i più si sono astenuti dal voler o poter dare una definizione assoluta, tutti alla fine hanno dovuto concordare, pur in ragione delle proprie competenze e del periodo storico di appartenenza, nel riconoscere il concetto di Bello come atto assolutamente intimo e privato: esattamente come ogni altro sentimento.
Il riconoscere il Bello o il Brutto diventa sperimentazione personale la cui matrice originale risiede nell’amor proprio, negli ideali, nel gusto, nel vissuto, nel sapere, nelle sensazioni, nei sentimenti e in quant’altro la Natura e la Vita hanno messo a nostra disposizione.
In un mondo che insegue senza sosta il bello, dove solo questo valore sembra degno di esistere e diventa addirittura misura dell’esistenza stessa, proprio qui, paradossalmente, viviamo l’encomio del brutto.
Gli attuali processi di trasformazione sociale, di fusione culturale e quindi anche gli intrecci di valori etici e morali, più o meno coscientemente ed attivamente vissuti, modificano la percezione e la definizione di Bello e Brutto. Nuove scoperte scientifiche e sviluppi tecnologici coinvolgono tutta la sfera del sociale oltre che del privato: tutti, e non solo più alcune elitès, partecipiamo alla creazione di nuovi gusti e di un nuovo sentire.