Un mestiere non si fa, si è.
Che la comunicazione sia cambiata è un dato di fatto: oggi la maggior parte della popolazione accede alle informazioni attraverso smartphone e tablet. Anche le abitudini dei clienti sono cambiate: grazie ad account social si sentono liberi di scegliere, di esprimere giudizi riguardo ad un prodotto o ad un servizio.
In questo nuovo contesto culturale e sociale quanto conta la professionalità, intesa come abilità manuale e capacità relazionale? Lo abbiamo chiesto a Francesco Cirignotta, grande e stimato barbitonsore, con cui abbiamo scelto di fare un percorso alla “scoperta” del consumatore e del professionista moderno.
Lei parla spesso dell’importanza di riportare l’attenzione sul gesto. In che senso e perché?
“Un mestiere lo si è, non lo si fa. Noi dobbiamo diventare il gesto, pieno e ricco del proprio essere sapiente e al contempo difettoso, capace, proprio per questo, di trovare sempre una soluzione differente ma adeguata e coerente con la persona e il momento. Noi siamo artigiani: dobbiamo essere il gesto, non farlo”.
In altre parole: lasciate che le vostre mani siano più sagge delle vostre menti, lasciate fluire il sapere nel fare.
Nell’era dei social il consumatore si sente in grado e libero di esprimere le proprie opinioni e di influenzare il mercato. Ma è davvero così?
“L’idea che il consumatore sia attore è ormai assodata, questo ha reso il mercato percorribile verso il basso: gli individui leggono se stessi e mai gli altri. Per esempio: io la penso così, quindi è giusto. Atteggiamento che le aziende cavalcano facendo il minimo sforzo e ottenendo il massimo risultato. I social, a tendere, dovranno essere giudici leali e non personali, e lo saranno nel momento in cui usciranno definitivamente dall’area del passatempo.”
Che cosa differenzia un consumatore passivo da uno consapevole?
“Parto dal presupposto che tutto non si può sapere, quindi ritengo che esistono due figure garanti, chi offre da un lato e chi si deve poter fidare dall’altro. Non posso sapere, ma potrei informarmi, ma se poi i social sono personali non posso riconoscere un valore assoluto ad un’opinione. Certo, le cose sarebbero più gradevoli se diventassimo ognuno garante dell’altrui diritto. E aggiungo: se tagli i capelli a 10 euro non posso pensare che l’assistente ne guadagni 1500 al mese, questa sarebbe matematica creativa, se un piatto di pasta costa poco, nella filiera qualcosa non va….”
Qualcosa su cui riflettere…. Fino al prossimo incontro!
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